Il Sinclair ZX Spectrum: una leggenda.

Computer storico

Quando aprivate la scatola dello Zx Spectrum Sinclair si trovava:
• Un calcolatore che aveva 3 prese jack ( 9V DC IN, EAR e MIC) una presa per il cavo televisivo e un connettore multipista per collegare altre periferiche.
• L’alimentatore da 9V in DC a 1,2 A. Lo ZX non aveva interruttori, per accenderlo s’inseriva lo spinotto dell’alimentatore.
• Un cavetto televisivo schermato per il collegamento al televisore.
• Una coppia di cavetti con dei jack da 3,5 mm a ogni capo per il collegamento con il registratore.
Veniva collegato all’entrata UHF del televisore con un adattatore d’impedenza (non era commercializzato un monitor dedicato), si collegava a televisore PAL UHF a colori o B/N, sul canale 36, mentre a partire dal modello 128k del 1985, oltre a un chip audio AY e una uscita RS232 , si aggiunse anche una porta RGB.

All’accensione si aveva questa schermata:

Zx Spectrum

Uso

La memoria del calcolatore poteva essere usata per memorizzare qualunque tipo di dati ad esempio con la funzione PRINT, per stampare lettere e numeri. É singolare oggi pensare che si doveva introdurre nel calcolatore un programma ogni volta che lo si voleva usare. Per questo c’era la possibilità di registrare i programmi su un nastro magnetico di un qualunque registratore a cassette e ricaricarli. Cosa questa molto propedeutica per la programmazione.

Storia

Il Sinclair ZX Spectrum era un home computer creato nel 1982 e prodotto fino al 1986 dall’azienda inglese Sinclair Research Ltd, poi dal 1986 al 1992 dalla Amstrad. Fa parte della storia dell’informatica.
Fù il principale concorrente del Commodore 64 e conquistò una buon successo in Europa, grazie al prezzo di listino più abbordabile. Fu anche distribuito negli USA con il marchio Timex, con il nome Timex Sinclair 2068. Le piccole dimensioni, la velocità di calcolo e il prezzo relativamente basso, lo resero popolare negli anni ottanta in tutto il mondo.
Se ne ebbero versioni clonate e praticamente uguali in estetica ma con nomi diversi, come l'”Inves Spectrum” in Spagna, il “Moscow” e poi il “Baltic” in Russia.

Successore dello ZX 80

Con lo ZX Spectrum la Sinclair intendeva riproporre la filosofia minimale introdotta negli anni precedenti con lo ZX80 (1980) e lo ZX81 (1981). Il nome in codice, ZX82 (o ZX81 Colour) venne sostituito dal nome commerciale ZX Spectrum. Con tale nome si voleva sottolineare la possibilità di visualizzare immagini con un ampio spettro di colori . I due modelli proposti sul mercato disponevano di 16kB e di 48kB di memoria.

Successo

Lo Spectrum venne venduto in milioni di unità, in Europa (fino alla prima metà del 1983 lo Spectrum doveva essere acquistato direttamente in Inghilterra) e riscosse immediatamente un notevole interesse. Le prime crisi settoriali dopo il 1984 e la concorrenza, soprattutto del Commodore 64 e dell’Amstrad CPC 464, intaccarono solo in parte la sua quota di mercato. Più che altro furono altri progetti di Sinclair che si rivelarono infruttuosi, come lo ZX Microdrive (da tempo annunciato per lo Spectrum e reso disponibile solo nella metà del 1984) e il Sinclair C5, e determinarono il fallimento dell’azienda produttrice.
Nel marzo 1986 la Sinclair Research fu venduta alla società che era stata la sua più accanita concorrente, la Amstrad.

Nuovo corso AMSTRAD

L’Amstrad invece di eliminare i prodotti Sinclair in favore della propria linea di macchine (denominate “CPC”), promosse lo ZX Spectrum 128K +2. Dotato di 128 Kb di RAM e di una tastiera migliorata. La nuova macchina presentava tre caratteristiche derivate dagli Amstrad CPC 464 e 4128: un registratore a cassette incorporato, una interfaccia joystick, e soprattutto un chip audio. Così facendo continuò a detenere un alto livello di vendite nella fascia bassa del mercato. Nel 1987 incominciarono a comparire i primi computer a 16 bit, con il boom dei 16 bit i possessori di Spectrum si spostarono verso altre piattaforme. La produzione della macchina finì nel 1992 ma non scomparve del tutto: la sua economicità e la vastissima libreria di software lo fecero diventare uno dei computer più venduti nei paesi dell’est europeo.

Sinclair ZX Spectrum

 

Caratteristiche tecniche

Era basato su un microprocessore a 8 bit Zilog Z80A, originariamente dotato di 16 kB di ROM contenenti il linguaggio BASIC. Di 16kB di RAM espandibili a 48kB e di una caratteristica tastiera in lattice con 40 tasti multifunzione. L’interprete BASIC venne fortemente personalizzato dalla Sinclair Research Ltd per compensare i limiti della tastiera e per sfruttare al massimo le caratteristiche grafiche e sonore della macchina.

Furono prodotte varie versioni dello Spectrum: oltre alle prime con 16 o 48kB di RAM, si ricorda quella con una tastiera migliorata (a membrana, ma con i tasti in plastica rigida) derivata da quella del Sinclair QL (Spectrum +) e le ultime, dopo l’acquisizione del progetto da parte di Amstrad, con BASIC esteso, 128kB di RAM e registratore a cassette o floppy incorporato (Spectrum +2 e Spectrum +3).

  • dimensioni: 233mm (largh.) x 144mm (prof.) x 30mm (alt.)

Grafica

Lo ZX Spectrum opera costantemente in modalità grafica, e la sua memoria video può essere indirizzata direttamente. La mappa dello schermo prevede 256×192 pixel, e il font di caratteri, di dimensioni 8×8 pixel, permette la visualizzazione di 24 righe da 32 caratteri. Con l’utilizzo di caratteri più compatti i programmatori arrivarono comunque a ottenere fino a 85 caratteri per riga, sebbene raramente si superasse il limite delle 64 colonne.
Testo e grafica possono essere tranquillamente usati contemporaneamente. Lo schermo è diviso in due sezioni: quella superiore normalmente occupa le prime 22 linee di caratteri e mostra il listato o l’output dei programmi in esecuzione; quella inferiore, costituita dalle ultime 2 righe, mostra il comando digitato o la linea di programma che si sta modificando o eventuali messaggi di sistema. I comandi possono essere editati con l’ausilio dei tasti cursor left, cursor right, insert e delete con ripetizione automatica.

Limiti

A differenza delle console per videogiochi dell’epoca (e di diversi home-computer indirizzati al mercato dei videogiochi), l’hardware dello ZX Spectrum non implementava un chip grafico in grado di generare i cosiddetti sprite, né vi erano porte joystick di serie.

Audio

Come molti altri microcomputer dei primi anni ottanta, per la generazione dei suoni lo ZX Spectrum è dotato solo di un limitato buzzer. Esso teoricamente è in grado di generare esclusivamente segnali a onda quadra. Grazie alla discreta velocità di calcolo del microprocessore questi limiti sono stati comunque spesso superati con accorgimenti software. Tramite accurate temporizzazioni infatti i programmatori hanno sintetizzato svariati effetti sonori, brani polifonici e addirittura un minimo di sintesi vocale.